domenica 7 giugno 2015

Italicum incostituzionale, cosa possiamo fare?

ITALICUM INCOSTITUZIONALE: AVVIO AI RICORSI PER ARRESTARE L’ENTRATA IN VIGORE DELLA LEGGE ELETTORALE

ricorsoIl Coordinamento per la Democrazia Costituzionale giudica l’approvazione il 4 maggio scorso della legge elettorale “Italicum” un gravissimo danno all’assetto democratico della Repubblica… (Leggi comunicato…) Pertanto ha deciso di promuovere ed organizzare, con il supporto di Avvocati disponibili pro bono (Vedi Elenco), a far parte del collegio della Corte d’Appello e coordinati dall’Avv. Felice Besostri, i ricorsi contro la legge n. 52/2015 “Italicum” da presentare in modo coordinato presso ogni distretto di Corte. In altre parole un Azione giudiziaria, come quella che ha portato al giudizio negativo della Corte Costituzionale sul “Porcellum”. Chiediamo agli aderenti al Coordinamento e a tutte le persone interessate ad esperire azioni giudiziarie contro l’Italicum di individuare tramite il nostro elenco (Vedi Elenco) lo studio legale di un Avvocato, disponibile a presentare il ricorso dinanzi al Tribunale sito nel capoluogo di Distretto di riferimento alla propria residenza e di richiedere di fungere da procuratore del proprio ricorso. Ricordiamo che gli Avvocati agiranno pro bono ovvero gratuitamente.
Il territorio italiano è suddiviso in 26 distretti di Corte d’Appello: Ancona, Bari; Bologna, Brescia; Cagliari, con sezione distaccata a Sassari; Caltanissetta; Campobasso; Catania; Catanzaro; Firenze; Genova; L’Aquila; Lecce, con sezione distaccata a Taranto; Messina; Milano; Napoli; Palermo; Perugia; Potenza; Reggio di Calabria; Roma; Salerno; Torino; Trento, con sezione distaccata a Bolzano; Trieste; Venezia.
Abbiamo già iniziato a raccogliere le prime adesioni da parte degli Avvocati ma abbiamo ancora bisogno di coprire l’intero territorio nazionale pertanto:
GLI AVVOCATI CON SEDE IN CITTÀ CAPOLUOGO DI DISTRETTO DI CORTE D’APPELLO CHE VOGLIONO COLLABORARE AI RICORSI CONTRO L’ITALICUM CONTATTINO IL CDC TRAMITE QUESTO LINK!      

DI QUESTO ED ALTRO, DISCUTEREMO ALL’ASSEMBLEA DEL 15 GIUGNO PROSSIMO, INDETTA PRESSO LA SALA FREDDA DELLA CGIL IN VIA BUONARROTI N.12 A ROMA. INVITIAMO TUTTI A PARTECIPARE

Riparto da qui

Riprendo a scrivere su questo blog dopo tanto silenzio.
Molte cose sono cambiate intorno a me è nella mia sfera privata, dall'ultimo post che mi vede sul palco del 25 aprile a rappresentare la FIAP, ma certo niente, del mio impegno civico, è mutato.

Forse il cambiamento più grande risiede nel ritorno, oggi, della speranza che le cose possano realmente cambiare, quando singole persone oneste e capaci si incontrano e cercano percorsi per il bene comune.

Riparto da qui, dall'onore che mi è stato recentemente concesso, di rappresentare la FIAP con una veste ancora più impegnativa, nel consiglio direttivo, grazie alla stima e fiducia di persone che a mia volta stimo e del cui giudizio ho molta considerazione.

Farò del mio meglio per meritarlo.

F.I.A.P.
Federazione italiana Associazioni Partigiane
Sezione provinciale e regionale – Roma e Lazio
Ente morale –D.P.R. 20.11.1963
COMUNICATO
Assemblea elettiva della Sezione Roma e Lazio
F.I.A.P.
( Federazione Italiana Associazioni Partigiane )
Il giorno 22 maggio 2015 presso la Casa della Memoria e della Storia di Roma si è svolta l’Assemblea elettiva della Federazione che, in conformità allo Statuto vigente, ha proceduto al rinnovo delle cariche sociali che risultano cosi formate.
COMITATO PRESIDENZA ONORARIA:
Piero Cecchetti, Gennaro Sasso, Vittorio Cimiotta, Nicola Terracciano, Nicola Tranfaglia 
PRESIDENTE
Italo Pattarini
VICE PRESIDENTI
Bianca Cimiotta, Romano Galossi, Franca Paniconi
CONSIGLIO DIRETTIVO
Carlo Buttarelli, Nilo Cardillo, Irene Del Prato, Alessandro Leone, Francesca Parri, Giovanni Riefolo, Ivana Zampetti
F.I.A.P.
Casa della Memoria e della Storia
Via San Francesco di Sales, 5 - 00165 Roma

lunedì 25 aprile 2011

Il mio discorso per il 25 aprile. Roma, Porta San Paolo



 Buon giorno e buon 25 aprile a tutti.

Vi porto il saluto della F.I.A.P. la Federazione italiana delle Associazioni Partigiane fondata da Ferruccio Parri, alla quale hanno aderito le formazioni partigiane Giustizia e Libertà del Partito d’Azione, le brigate Matteotti, le brigate Mazzini e altre formazioni minori”.

Sono Irene del Prato e, pur non essendo stata partigiana per ovvie ragioni anagrafiche, ho oggi l'onore di essere delegata a rappresentare la F.I.A.P. per testimoniare quanto la mia associazione, come altre, abbiano deciso di aprire alle nuove generazioni, per assicurare la continuità e la difesa dei valori e della cultura della Resistenza.

Oggi è la giornata della liberazione ed è la Festa di tutti gli italiani. Sessantasei anni addietro finiva l’incubo, il terrore della nostra Patria martoriata. Finalmente tornava la pace e la libertà di tutti, anche di coloro che l’avevano avversata.

È triste constare che dopo la tragedia di 50 milioni di morti, a causa della guerra voluta dai nazifascisti, oggi c’è ancora chi propone l’abolizione della norma costituzionale transitoria che vietava e vieta la ricostituzione del partito fascista. È una proposta indegna alla quale ci opporremo con tutte le nostro energie.  È un’offesa a tutte le vittime che hanno sofferto, che hanno combattuto per la libertà del nostro paese.   

Come indegna e folle è anche solo l’idea che il primo articolo della nostra Costituzione possa essere  stravolto nel tentativo di sottrarre al popolo la sovranità repubblicana per concederla ad un Parlamento che oggi non esprime neanche lontanamente la rappresentanza del popolo stesso, grazie ad una legge elettorale che ha tolto ai cittadini il diritto alla scelta e che il suo stesso autore ha definito una porcata!

Dopo sessantesei anni dovremmo fare un esame di coscienza. Cosa resta dei valori che la Resistenza ci ha lasciato? A quali testimonianze possiamo fare riferimento, oggi, per orientare i nostri gesti al bene comune?
Neofascismo e immoralità dilagano. La corruzione regna ovunque. È in corso una crisi istituzionale senza precedenti, che mina la separazione dei poteri dello Stato e la stessa Costituzione. Dilaga la superficialità di politici che mettono a repentaglio la dignità stessa della nostra nazione.  
Pertanto dobbiamo reagire per  non tradire la memoria dei nostri martiri.

E la nostra reazione non si concluda nella pur giusta ed auspicata indignazione che periodicamente ci porta a riempire le piazze ed a manifestare la nostra distanza da certe decisioni del legislatore; ma si estenda ad una riconquista della più alta partecipazione civica. Una partecipazione che non è limitata al momento del voto, ma parte da una ricerca approfondita dell’informazione e della conoscenza di quanto ci accade intorno e giunge al momento del voto con un percorso di consapevolezza, l’unico che possa consentire una vera scelta.

Non è il tempo dell’ignoranza, non è il tempo di mettere la testa sotto la sabbia ed aspettare che altri prima o poi cambino il corso delle cose, per troppo tempo abbiamo lasciato che questo accadesse ed intere pagine della nostra storia, della Resistenza su cui è fondata la nostra Repubblica, sono state stravolte o cancellate alla memoria dei più giovani.

E’ il nostro tempo di ricordare, che siamo nati liberi in una libera Democrazia!

video dell'intervento (grazie a Federica Pezzoli)

mercoledì 6 aprile 2011

L'Aquila, che fa il governo?


Atto a cui si riferisce:
C.3/01573 [Interventi specifici per il rilancio della ripresa economica a L'Aquila e nei comuni colpiti dal terremoto del 2009]
LOLLI, FRANCESCHINI, VENTURA, MARAN, VILLECCO CALIPARI, AMICI, BOCCIA, LENZI, QUARTIANI, GIACHETTI, ROSATO, D'INCECCO, GINOBLE, TENAGLIA, LIVIA TURCO e CONCIA. 
- Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:

- a due anni dal terremoto del 6 aprile 2009, nonostante l'impegno dei diversi protagonisti e alcuni importanti risultati raggiunti, in tutti gli osservatori, compresa la stampa che si è recata a l'Aquila in questi giorni, prevale il senso di un ritardo nell'affrontare e nel risolvere alcuni dei problemi reali e concreti che interessano la cittadinanza delle zone colpite dal sisma;

- a tutt'oggi non si è ancora proceduto alla ricostruzione pesante nelle periferie e nei centri storici, in particolare nel centro storico dell'Aquila, a causa dei problemi normativi che ostacolano, rendendole confuse e troppo complicate, le procedure attraverso le quali i cittadini possono accedere all'iter previsto dalla legge, nonostante le richieste di intervento di ricostruzione avanzate dai cittadini siano decisamente inferiori ai numeri attesi;

- a differenza degli altri terremoti, non è prevista una linea di finanziamento e un impegno diretto dello Stato e del Ministero per i beni e le attività culturali per affrontare la difficile situazione del patrimonio artistico e monumentale delle zone colpite e, in particolare, della città dell'Aquila, registrandosi un ritardo nella ricostruzione di edifici pubblici per la quale sono stati stanziati i fondi già dal 2009, individuando come soggetto attuatore il provveditorato alle opere pubbliche -:
per quali motivi, in considerazione della drammatica situazione del lavoro e delle attività degli operatori economici e in considerazione del fatto che i cittadini aquilani hanno ripreso a pagare le tasse e i mutui gravati dagli interessi già dal mese di luglio 2010 e che dovranno restituire il cento per cento delle tasse a partire dal novembre 2011, non si sia previsto alcun intervento specifico per il rilancio della ripresa economica e l'unica misura normativa prevista, cioè la zona franca urbana, ancora non abbia avuto alcun seguito a due anni dalla sua approvazione.

venerdì 18 marzo 2011

Qualche info sui propositi del governo riguardo il nucleare

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01522 presentata da DARIO FRANCESCHINI martedì 15 marzo 2011, seduta n.449

FRANCESCHINI, MARIANI, VENTURA, MARAN, VILLECCO CALIPARI, AMICI, BOCCIA, LENZI, QUARTIANI, GIACHETTI, ROSATO, BENAMATI, BOCCI, BRAGA, BRATTI, ESPOSITO, GINOBLE, IANNUZZI, MARANTELLI, MARGIOTTA, MORASSUT, MOTTA, REALACCI, VIOLA e RUBINATO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.



- Per sapere - premesso che:

resta alto l'allarme sulla sicurezza delle centrali nucleari in Giappone dopo il devastante terremoto dell'11 marzo 2011, nonostante gli elevati standard di sicurezza adottati dal suddetto Paese per prevenire il rischio sismico;

secondo autorevoli osservatori la situazione nelle centrali nucleari colpite dal sisma in Giappone è molto grave e non è scongiurato il rischio di una grande catastrofe nucleare;

il Commissario europeo all'energia, Günther Öttinger, ha chiesto all'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) di convocare una riunione d'emergenza dei Paesi membri dell'organizzazione per valutare le misure di emergenza e di sicurezza da adottare in Europa in seguito all'allarme nucleare in Giappone e le possibili implicazioni degli eventi giapponesi sulla sicurezza degli impianti nucleari;

in Europa la Germania ha deciso di sospendere il prolungamento del ciclo di vita operativo dei 16 reattori atomici civili ancora attivi nel Paese; la Svizzera ha bloccato la procedura di domanda di autorizzazione alla costruzione di tre nuovi siti; l'Austria chiede un riesame a livello europeo; il Belgio sta ripensando a fondo l'uso dell'energia nucleare, da cui ricava oltre il 70 per cento del fabbisogno; domani a Bruxelles la Commissione europea terrà un vertice con i responsabili ufficiali dei Paesi dell'Unione europea con centrali nucleari e con i gestori degli impianti;

molti Paesi dell'Unione europea sembrano orientati in tempi brevi a ripensare alla scelta nucleare e ad incentivare il più possibile la conversione delle fonti energetiche verso le energie rinnovabili;

le Commissioni ambiente e attività produttive, mercoledì 16 marzo 2011, dovrebbero esprimere il parere sullo schema di decreto legislativo (atto 333) correttivo del decreto legislativo n. 31 del 2010, che disciplina la localizzazione, la realizzazione e l'esercizio nel territorio nazionale di impianti nucleari;

la decisione, assunta dal Governo, di tornare all'energia nucleare sembra caratterizzata più da una pulsione ideologica che da una vera e propria pianificazione strategica, basata su un'attenta analisi costi-benefici, che tenga conto dei rischi ambientali e sanitari dell'opzione atomica; basti pensare che il costo di decommissioning degli impianti attualmente presenti in Italia è valutato in circa 4 miliardi di euro, con esclusione dei costi per lo smaltimento dei rifiuti;

a dimostrare l'incertezza che caratterizza l'azione del Governo si registra: sia l'emanazione di un provvedimento correttivo del decreto attuativo della norma sul ritorno all'energia nucleare, con cui erano state dettate le linee per la localizzazione, la realizzazione e l'esercizio degli impianti nucleari, dando così prova di una sostanziale approssimazione legislativa; sia la mancanza dell'individuazione dei siti di stoccaggio, parametro essenziale e irrinunciabile per un Paese che, con serietà e responsabilità, abbia deciso di intraprendere una così delicata scelta in materia di produzione energetica; inoltre, il provvedimento non riconosce il ruolo fondamentale e vincolante in merito alla gestione delle centrali e delle scorie che le regioni dovrebbero avere in un Paese realmente federalista;

il recente rapporto dell'Enea, «Energia e ambiente», segnala che il Governo prospetta di realizzare nucleare di terza generazione migliorata - non ci sono infatti, secondo l'Enea, prospettive temporali praticabili per le centrali di quarta generazione - e prevede l'installazione del primo impianto Epr (European pressurized reactor) da 1,6 gigawatt (GW) nel 2025, fino ad una capacità totale di oltre 11 gigawatt (GW), corrispondenti a 7 centrali, nel 2050;

secondo elaborazioni dell'Enea, l'introduzione di centrali nucleari in Italia entrerà in competizione con la produzione elettrica da impianti a gas naturale e, nell'ultimo decennio, anche con impianti a fonti rinnovabili, arrivando a coprire fino al 20 per cento del fabbisogno elettrico in Italia nel 2050; si prevede un costo totale di investimento nel periodo considerato di oltre 35 miliardi di euro, esclusi i costi di decommissioning, ossia i costi di smantellamento e chiusura di una centrale nucleare;

rilevanti sono i costi da sostenere per la messa in sicurezza delle scorie radioattive; un impianto in corso di realizzazione in Francia per lo stoccaggio di scorie radioattive ha un costo iniziale di 15 miliardi di euro; vi è, inoltre, da rilevare che al momento il Governo non ha ancora individuato il sito dove stoccare le scorie che provengono da attività industriali, di ricerca e medico-sanitarie, dall'attività di smantellamento delle vecchie centrali e dalle attività delle nuove centrali; soltanto entro il 2015 si prevede l'effettiva individuazione dell'area che ospiterà il deposito nazionale, la cui costruzione è prevista entro i cinque anni successivi (2020);

il Partito Democratico ritiene che la soluzione ai problemi energetici non sia un ritorno al nucleare che, a questo stato di tecnologia, comporta costi elevati e ingenti risorse da investire tali da spiazzare investimenti alternativi in tecnologie per le energie rinnovabili anche molto promettenti, come il progetto Archimede in Sicilia, per la realizzazione di centrali con una tecnologia che nel 2050 potrebbe non corrispondere ai requisiti di sicurezza richiesti dall'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea);

in tutto l'Occidente sono in costruzione due soli impianti nucleari, uno in Francia a Flamanville e uno in Finlandia a Oikiluoto, entrambi con tecnologia francese Areva, la stessa scelta dall'Enel e dal Governo italiano, oggi oggetto di contenzioso tra le istituzioni;

l'impianto di Oikiluoto avrebbe dovuto essere consegnato nel 2010, si parla ora del 2012 e i costi di costruzione sono già aumentati del 60 per cento;

il 22 ottobre 2009 c'è stata una significativa e irrituale messa in mora dei sistemi di questi impianti con tecnologie Areva espressa con un comunicato congiunto delle tre agenzie per la sicurezza nucleare: la francese ASN, la britannica HSÈsND e la finlandese Stuk. Questo determinerà ulteriori allungamenti dei tempi e ulteriori innalzamenti dei costi;

il Massachussets institute of technology (Mit) ha sottolineato come il costo del chilowattora nucleare sia significativamente superiore a quello delle altre fonti tradizionali;

la scelta nucleare fu a suo tempo bocciata dai cittadini italiani con il referendum del 1987, quindi una sua riproposizione richiede grande cautela anche dal punto di vista democratico;

gran parte del territorio del nostro Paese è caratterizzato da aree ad elevato rischio sismico e idrogeologico per la cui prevenzione sono stanziate attualmente risorse insufficienti -:

quali iniziative intenda assumere per disporre la sospensione delle procedure relative alla localizzazione e alla realizzazione di nuove centrali nucleari in Italia in considerazione dell'imprescindibile esigenza di attendere l'esito delle valutazioni in sede scientifica degli eventi giapponesi, nonché del referendum abrogativo della disposizione che ammette la costruzione di nuove centrali nucleari in Italia giudicato pienamente ammissibile dalla Corte costituzionale con sentenza n. 28 del 2011.
(3-01522)

sabato 5 febbraio 2011

E' tempo di rivoluzione democratica

di Vittorio Emanuele Esposito


Auspicando la 'rivoluzione democratica' non pensiamo alle armi e nemmeno alla rivolta di piazza, ma ad una forte e continua pressione popolare, sempre meglio organizzata ( questo sì !), visto che - anche se non tutti, ad oggi, lo avvertono- da tempo non ci troviamo più in condizioni di normale svolgimento della vita democratica.

La maggioranza degli italiani, infatti, il 60%, ma forse anche di più, rimane inascoltata, non ha più mezzi e possibilità di influire sulle decisioni del Governo, che non tiene in alcun conto i suoi reali bisogni, i suoi appelli accorati, i suoi umori giustificati e governa solo in nome e per conto di una parte, e spesso secondo i prevalenti interessi di una sola persona. 


La legge elettorale consente alla maggioranza parlamentare di chiudersi in se stessa; il consenso è ridotto alla conta dei voti, molti dei quali comprati, come nel mercato calcistico, o ottenuti grazie a contropartite e ricatti.


Il dialogo tra governanti e governati, avviene ormai attraverso canali televisivi di proprietà o è affidato a un drappello di guastatori, che invadono gli spazi più liberi con il preciso compito di disturbare o di soffocare , non con argomenti, ma con urla e irrisioni, gli oppositori, mentre, dall'altra parte, l'opposizione si dimostra debole e divisa al proprio interno e accoglie, senza reagire come dovrebbe, le accuse che vengono rivolte all'una o all'altra sua componente, prestandosi al gioco degli avversari.


E, allora, la parola e l'iniziativa devono tornare al popolo, alla società che non vive di politica e non ha problemi di prudenza legati alla conquista del consenso elettorale e può con libertà dettare una nuova agenda politica , senza mediazioni e compromessi, e dire a gran voce: è arrivata l'ora di cambiare; questo sistema non ci piace!!!

Vogliamo un Parlamento di individui liberi e non aggregati in cosche o cricche, un Governo che rappresenti tutti i cittadini e non solo il proprio elettorato, vogliamo Partiti e Sindacati in cui si svolga un'autentica vita democratica, disciplinata dalla legge; vogliamo che la democrazia sia garantita anche nelle istituzioni giudiziarie, nella scuola, nell'organizzazione sanitaria, nella fabbrica, sottratte al centralismo dei Partiti e del Governo e restituite ai cittadini, vogliamo l'esercizio effettivo delle libertà locali e non un nuovo centralismo territoriale mascherato da federalismo.


E, poiché la libertà è solo un inganno se non si accompagna ad una distribuzione, proporzionata ed equa della ricchezza che l'intera società produce, vogliamo che la spesa pubblica abbia come assolute priorità la cultura, il lavoro, gli interventi sociali e che si cominci a pensare a misure perequative capaci di riequilibrare il rapporto ricchezza-povertà che si è divaricato in modo non più tollerabile per una società che voglia restare unità.


Per questo il Nuovo Partito d'Azione intende fare la sua battaglia a partire dalla Patrimoniale, contro chi l'avversa per interessi di classe, per ossequio ad un liberismo libresco, che chiude gli occhi di fronte ai molteplici ostacoli reali che si oppongono alla libera concorrenza e al libero mercato, o contro chi la rifiuta come misura 'impopolare' per puro calcolo politico.


Le passività del Bilancio statale finora sono state finanziate con l'emissione di titoli che hanno moltiplicato in modo esponenziale il Debito Pubblico e hanno scaricato il costo degli interessi (giunti alcuni decenni fa al 20%), cioè il guadagno dei grandi acquirenti, sull'insieme dei consumatori.


L'imposta sui grandi patrimoni, unita alla lotta all'evasione, che va contrastata con misure severe, fino alla confisca totale dei capitali sottratti al fisco- va nella direzione opposta di una perequazione sociale e della liquidazione dei patrimoni accumulati , che così vengono rimessi in circolazione per pagare gli interessi, restituire il Debito, avviare energiche politiche sociali e nuovi investimenti e per d i m i n u i re il peso fiscale che grava in modo eccessivo sulla massa dei contribuenti e sulle imprese.


Non basta più un riformismo blando come la camomilla. 

Ci vuole una rivoluzione. 
Appunto: la 'rivoluzione democratica', che solo un popolo giunto all'estremo della sua sopportazione può realizzare.

venerdì 4 febbraio 2011

Destinazione Roma: prima stazione

A meno di un anno (18 marzo 2010) dall'avvio del progetto DestinazioneRoma, ieri si è svolto il primo incontro ufficiale aperto a tutti.

Molto entusiasmante!

L'obiettivo, pienamente raggiunto, era quello di creare un momento di incontro - punto di partenza di un lavoro concreto - tra le tante realtà che operano con continuità sul territorio, dai semplici cittadini attivi nei diversi municipi, ai comitati di scopo e di quartiere, alle associazione e movimenti che, soprattutto in questi nostri tempi di "battaglie", sono sul campo a difendere diritti e principi.

L'incontro si è svolto idealmente in due tempi.
Il primo momento è stato dedicato ad ascoltare le testimonianze di buona amministrazione locale portate da Livio Marini, vicesindaco di Corchiano (VT) municipio a 5 stelle anno 2011, Debora Serracchiani europarlamentare e segretario regionale del PD in Friuli Venezia Giulia, e Domenico Finiguerra, sindaco di Cassinetta di Lugagnano (MI) e co fondatore della Costituente Ecologista, nonchè ideatore della campagna "Stop al consumo di territorio".
Tre elementi sono stati indicati spontaneamente in tutti e tre gli interventi, come ingredienti per una buona politica a misura del cittadino:
- pianificazione è indispensabile ragionare sul lungo termine, se veramente si ha a cuore il benessere dei cittadini (e non, invece, il mantenimento della propria poltrona!) ed operare secondo obiettivi raggiungibili in tempi diversi
- coinvolgimento dei cittadini, perchè non si può fare il bene di qualcuno senza che questo qualcuno partecipi del proprio benessere! Informare, coinvolgere, far recuperare alla gente la dimensione del "noi" al posto di quella molto più sterile ed improduttiva del "io".
- trasparenza significa condividere i risultati ma anche le problematiche che si incontrano, senza temere di "perdere in simpatia e consensi" scegliendo la strada più lunga - ma premiante - piuttosto che quella facile degli slogan inconfutabili. Mettersi in gioco significa anche questo.

E i risultati, ci hanno dimostrato gli amministratori chiamati ad essere testimoni positivi, arrivano e sono largamente più soddisfacenti di qualunque temporanea vittoria elettorale!

Il secondo momento è stato invece dedicato alla presentazione personale e dettagliata di tutte le realtà  presenti, con l'obiettivo dichiarato di "conoscersi per fare rete", perchè solo dall'unione delle diverse realtà che operano nella nostra grande città (di fatto, composta da 19 città più piccole!!) è possibile rendere attivo il processo di maturazione di una coscienza collettiva che unisca i cittadini nella partecipazione per il bene della propria città!

L'incontro, cominciato un po' dopo le 17,30,  si è chiuso ben oltre le 20,00 ma l'entusiasmo che ho percepito da parte di tutti mi coinvolge anche ora, mentre scrivo. Non sarà un lavoro facile, di questo siamo tutti ben coscienti, ma sono uscita da questo incontro con la convinzione, ancora più ferma, che la strada sia percorribile ed i compagni di viaggio più che all'altezza, a cominciare da Andrea De Filippis e Andrea Bellachioma che, con tenacia e costanza, hanno coordinato il lavoro da quel lontano 18 marzo ad oggi!

La fortuna, poi, è che abbiamo già materiale "da copiare" e poco da inventare. Solo sui fatti, potremo misurare i nostri miglioramenti. E i fatti dovranno arrivare nei prossimi incontro, quando si stabiliranno i tavoli di lavoro sui diversi temi oggetto dei nostro studi, dall'urbanistica, alla mobilità, all'ambiente, passando per gli aspetti culturali e sociali della nostra città.

Insomma: abbiamo capito che siamo in tanti a volere una Roma vivibile, sana, "respirabile", ora non rimane che capire come ottenerla!

Tra i presenti:
Comitati ....

- Cartellopoli e Comitato Pro Pup  Massimiliano Tonelli
Rete dei Cittadini, Laura Raduta e Orazio Fergnani
Abbbasta! Alessio Cartocci
- Gruppi Acquisto solidale Delizia Mazzotti
Italia2013 Riccardo Pennisi
Roma ciclabile Roberto Pallottini 
Di traffico si muore Marco Pierfranceschi  
- Laboratorio quartiere Torrevecchia Alessandro Ciattaglia
- Giuristi Democratici Pietro Adami - 

... e cittadini!
Rocco Luigi Oriente
Gabriele Veneziale 
Anna Maria Sabatini
Paolo Acunzo 
Livio Ricciardelli
Andrea Rollin
Grazia Spinosa 
Manuela Campanella
Simona Buonomano
Serena Bortone
Francesco Spano
Duccio Pedercini

E gli assenti "giustificati"(ma entusiasti del progetto!)
- Maurizio Melandri - Comitato Malagrotta
- Paula Felipe De Jesus - Urbanista - LabUr 13 
- Emilio Santa Maria
- Susanna Cinti
- Francesco Sanvitto - Architetto 
- Giovanni Mattias - biologo
- Dario Tamburrano
- Roberta Gasparotti Rete delle Donne per la rivoluzione gentile
... to be continued!